9.4.15

Allarme: Trovato Arsenico nel Vino - Class Action si avvia ai lavori


Arsenico nel vino? Class action in California

Un laboratorio di Denver avrebbe riscontrato quantità di As superiore a quello consentito per l’acqua potabile in diversi vini in commercio. Il Wine Institute rassicura i consumatori: è scorretto applicare al vino i limiti stabiliti per l’acqua.

 

Presso un tribunale della California è stata presentata una class action che chiama in causa alcuni vini in commercio in merito alla riscontrata presenza, da parte di un laboratorio di Denver, di livelli di arsenico superiori a quelli consentiti dalla Environmental Protection Agency (EPA) per l’acqua potabile.
La notizia è stata diffusa da un’inchiesta della CBS. Kevin Hicks ex operatore nella distribuzione del vino e ora titolare di un laboratorio di ricerca, il BeverageGrades, avrebbe, infatti, esaminato circa 1300 campioni di vino in commercio, dichiarando in seguito di avere riscontrato in alcuni di essi livelli di arsenico superiori di quattro o cinque volte quelli consentiti dalle normative di salute pubblica per l’acqua potabile (dieci parti per miliardo).
Secondo l’epidemiologo Allan Smith, direttore di un programma di ricerca sugli effetti dell’arsenico sulla salute all’Università californiana di Berkeley, livelli di arsenico nell’acqua potabile pari a 50 parti per miliardo (riscontrati in uno dei campioni esaminati) posso essere molto dannosi alla salute se l’assunzione perdura nel tempo.
La legge statunitense non stabilisce tuttavia un livello massimo consentito di arsenico nelle bevande, se non come detto per l’acqua potabile. Il Wine Institute, intervenuto sulla vicenda, ha rassicurato i consumatori dichiarando che non vi sono basi scientifiche per applicare i limiti stabiliti per l’acqua dall’EPA al vino, anche perché la quantità di acqua consumata giornalmente dalle persone è generalmente superiore a quella di vino. Inoltre i livelli di arsenico riscontrati nei campioni esaminati sono notevolmente inferiori a quelli accettati dalle norme di altri paesi quali il Canada, l’Unione Europea e il Giappone, norme che tollerano la presenza di arsenico negli alimenti a partire da 100 fino a 1000 parti per miliardo, cioè quantità da 10 a 100 volte superiori a quella stabilita come limite dall’Epa per l’acqua potabile.
Anche la Trinchero Family Estates ha nei giorni scorsi diffuso un comunicato stampa in merito a questa vicenda, visto che alcuni dei campioni oggetto delle analisi erano di sua produzione. Nella nota Trinchero afferma che tutti i suoi prodotti rispettano i più severi standard della U.S. Tax and Trade Bureau (TTB) e che l’azienda ha inoltre ottenuto numerose certificazioni di qualità riconosciute a livello internazionale. Il gigante californiano del vino ha inoltre dichiarato di essersi già attivato per rispondere nelle sedi dovute a dichiarazioni diffamatorie e lesive dei suoi interessi.